Stile

BALMAIN: DUALITÀ CROMATICA

Team ISSUE - Julio 12th, 2024

La fotografia in bianco e nero è stata l’inizio di tutto. Oggi, nonostante i sorprendenti progressi digitali, questa tecnica rimane più attuale che mai. Cosa vediamo dietro un’espressione in bianco e nero? Cosa ci ispira la mancanza di colore? La moda ha varie spiegazioni. Da un lato, il minimalismo che iniziò come parte unica del guardaroba maschile, dove predominavano semplicità e discrezione, e che si espanse diventando un essenziale per entrambi i sessi. Si estese a ciò che conosciamo come abbigliamento elegante e sofisticato, dove questa dualità iniziò a prendere forza attraverso una camicia bianca impeccabile e un abito nero.

Il passaggio al colore nei cinema e in televisione non fu influente per abbandonare questa tonalità. C’era qualcosa nell’oscurità che attirava lo spettatore, un equilibrio tra il bene e il male. In questa linea, l’industria dell’abbigliamento era al comando. Tutto ciò che ci circondava era pieno di messaggi e movimenti impressi negli abiti. Dalla pubblicità nelle strade a quel piccolo annuncio sull’etichetta. Ma ci sono coloro che si sono appropriati di questi due fenomeni di luce e li hanno resi propri attraverso un tipo di arte. Parliamo del chiaro esempio dell’originalità in questa dualità cromatica: Olivier Rousteing, il designer che dal 2009 è alla guida di Balmain. Sono stati anni di un “nuovo stile francese” che ha creato, anche se la sua visione dell’eleganza è molto più dirompente. La moda non è solo l’unione di ritagli e texture, è un’arte complessa che Rousteing ha saputo rappresentare. Sul designer c’è una storia dietro, una che non è solo legata ai successi nell’accademia tessile, ma anche alle esperienze che lui stesso ha condiviso con i suoi seguaci (che, per inciso, sono su Netflix).

Cortesia Balmain

ROUSTEING: MODA PER TUTTI

Olivier è nato in un orfanotrofio di Bordeaux, dove è stato adottato a cinque mesi. Nonostante gli sia stato dato tutto l’amore di cui aveva bisogno, afferma di essersi sempre sentito incompleto e qualcosa in lui cercava la sua vera identità. Nel processo ha scoperto ciò che realmente lo appassionava e che lo ha portato a viaggiare nella grande città dell’amore, il mondo della moda. Prima di arrivare alla firma che lo mantiene ancora oggi come uno dei designer più riconosciuti al mondo, è stato a Roberto Cavalli. Una cosa che ha molta logica. Parte del lavoro attuale di Rousteing si basa sull’eccentricità che conosciamo della firma italiana. Ma il suo arrivo alla casa francese è stato come un’esplosione di creatività. Fin dall’inizio, hanno creduto nel suo impegno per la diversità e, soprattutto, per l’empowerment femminile. Una moda per tutti e tutte che non ha tardato a comparire sulle pagine più lette e sulle passerelle più seguite al mondo.

Tutto iniziò per Balmain nel 1945 quando Pierre Balmain decise di dare il suo cognome a questo nuovo marchio. Pierre Alexandre Claudius Balmain nacque a maggio del 1914, a Saint Jean de Maurienne. Il mondo della sartoria non fu mai estraneo a lui, dato che suo padre si dedicava al commercio dei tessuti. Anni dopo, di ritorno dal servizio militare, partì come apprendista in vari laboratori per, infine, il 12 ottobre creare il suo marchio. Molti lo chiamarono la “nuova sensazione di Parigi” e in poco tempo costruì un’eredità così importante che non fu difficile da seguire. Anche oggi, Balmain continua a essere un simbolo di eleganza e innovazione nella moda.

Cortesia Balmain

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